I rintocchi del campanone della Concattedrale della Chora grecanica, alle 11,30 del 2 settembre 2014, richiamano alla memoria il bombardamento alleato subìto dal paese nel 1943, cui si aggiunge quest’anno il dolore per la prematura dipartita del grande campanaro, maresciallo Leo Casile.
Nel pomeriggio la comunità bovese, unitamente alle autorità civili e militari, si ritrova nella chiesa di S. Caterina per celebrare una messa in suffragio delle anime dei civili morti. A inizio cerimonia il Sindaco, Dr. Santo Casile, legge i nomi dei 26 martiri. All’uscita della chiesa si forma un lungo e partecipato corteo che attraversa le strade principali del paese per andare a deporre la corona ai piedi del Monumento ai Caduti, dove si osserva un minuto di silenzio e si recita un requiem. La manifestazione prosegue nella Sala consiliare, dove il Sindaco invita il signor Antonino Iiriti a portare la propria testimonianza: l’anziano bovese, con voce rotta dall’emozione, rievoca i tragici momenti che ha vissuto in prima persona. Egli racconta di essersi salvato per miracolo perché una bomba, pur penetrando nella sua abitazione, perforando il tetto e infilandosi in una botola, rimase inesplosa.
Le vittime bovesi della Seconda Guerra Mondiale furono in tutto 42; a essi vanno aggiunti i 51 caduti della Prima Guerra Mondiale: i nomi di questi sfortunati concittadini del Novecento sono incisi sul Monumento ai Caduti.
Nell’intermezzo delle celebrazioni, viene presentato il libro “Il sole è il sangue” di Domenico Talia, la cui introduzione è stata curata da Carmelo Giuseppe Nucera, presidente del circolo Apodiafazzi. La relazione viene tenuta dal prof. Franco Altimari dell’Università di Cosenza, alla presenza dell’autore.