Proclamati i vincitori del Premio Gerhard Rohlfs-Franco Mosino-Anastasios Karanastasis 2019

 

Con tre icone bizantine dell’artista ateniese Alexandros Alimpertis a fare da cornice, si è svolta domenica 1° settembre la cerimonia di premiazione degli otto vincitori del premio letterario internazionale Gerhard Rohlfs-Franco Mosino-Anastasios Karanastasis giunto quest’anno alla sua terza edizione. Scenario dell’incontro, Bova, capitale della lingua e cultura dei Greci di Calabria.
Ad aggiudicarsi il riconoscimento Paolo Martino, Salvino Nucera, Maria Modesti, Marina Neri, Mina Varese, Francesco Marcianò, Maria Francesca Stamuli, Samantha De Martin.

La consegna dei premi è stata preceduta dalla lettura, da parte del presidente del Circolo “Apodiafazzi”, Carmelo Nucera, delle congratulazioni inviate ai vincitori da Eckart Rohlfs, figlio dell’illustre linguista tedesco, dei saluti del presidente della Camera di commercio Italo-ellenica, Ioannis Tsamichas, e di Domenico Morelli, presidente del CONFEMILI, Comitato Nazionale Federativo per le Minoranze Linguistiche Italiane.

Con il suo Loghia Diaforimena (Parole sparpagliate) Salvino Nucera ha ottenuto il primo premio per la sezione “Poesia”.
L’approfondimento etimologico di Samantha De Martin relativo agli “Aspetti linguistici della superstizione in area grecanica” e lo studio di Maria Francesca Stamuli “Morte di Lingua e variazione lessicale nel Greco di Calabria. Tre profili dalla Bovesia (una tesi di dottorato di ricerca in Filologia moderna) sono stati premiati, rispettivamente, per le sezioni “Narrativa” e “Tesi di Laurea”.
Ad aggiudicarsi il premio per la sezione “Saggistica”, Maria Modesti con il suo dramma “Medea, la straniera”, tradotto in Calabrogreco da Salvino Nucera, anch’esso premiato assieme a Marina Neri, autrice della poesia “Medea”.

Il primo premio per la sezione “Saggistica” è andato anche a Paolo Martino – autore di un contributo su “Bruno Casile, il poeta contadino patriarca della civiltà calabro-greca” – e a Mina Varese che ha concorso con le “Cartoline del Passato. I soprannomi nella Bovesia”.
Francesco Marcianò è stato infine premiato nella sezione “Studi e ricerche” per il suo lavoro “Paradìgma -To vèrbo stin Glòssa Grèca tis Calavrìa” (“Paradigma – Il verbo nella Lingua Greca di Calabria”).

Il Premio è stato indetto dal Circolo di Cultura Greca “Apodiafazzi” con il Patrocinio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, dell’amministrazione comunale di Bova, dell’Ente Parco d’Aspromonte, dell’Ambasciata Greca e della Camera di Commercio italo-ellenica di Atene.

La cerimonia di premiazione è stata preceduta da un intervento dell’ingegnere Franz Sepe – socio della Società Napoletana di Storia Patria – sulla fondazione dell’Ospedale dei poveri di Bova, e da una relazione del professore Agazio Trombetta – membro della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e ispettore archivistico onorario per la Calabria del Ministero dei Beni Culturali – che ha condiviso con il pubblico il suo illuminante studio sulla figura di Tiberio Evoli e il suo Ospedale di Melito Porto Salvo.

La selezione delle opere in concorso è stata effettuata da una commissione presieduta dal presidente del Circolo “Apodiafazzi”, Carmelo Nucera che, a conclusione della cerimonia, ha ringraziato, assieme alla segretaria e ai membri del direttivo, tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa, accanto alla commissione esaminatrice e agli enti che hanno offerto il loro patrocinio alla manifestazione. Tra questi la Regione Calabria che ha finanziato la terza edizione del Premio letterario internazionale Gerhard Rohlfs-Franco Mosino-Anastasios Karanastasis (Fondi PAC Calabria 2014-2020 – Annualità 2018 – Azione 3 Tipologia 3.2).

“In questo anno di svolgimento del progettoha ribadito il presidente Carmelo Nuceravogliamo aprire un tavolo di confronto con il governo greco e con l’Accademia di Atene per la valorizzazione della cultura greco-calabra. Sollecitiamo pertanto il governo greco e gli enti preposti affinché valorizzino tutto ciò che è legato ai trattati di amicizia, come ricorda anche la bella epigrafe di Sileno, un tempo esposta nel Museo archeologico del Ceramico di Atene e oggi, in seguito ai lavori di ristrutturazione del museo stesso, conservata nei suoi depositi. Sileno è un eroe del passato, ma la sua figura, di straordinaria attualità, è la radice che unisce due terre che credono ancora nel valore della civiltà”.
Nucera ha più volte ribadito la necessità di un confronto con l’Accademia di Atene, il cui supporto risulta indispensabile anche per “pervenire alla traduzione del Dizionario storico degli idiomi dei Greci del Sud Italia”, opera monumentale di Anastasios Karanastasis.

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